sabato 19 novembre 2011

venerdì 19 agosto 2011

mercoledì 3 agosto 2011

martedì 12 luglio 2011

L'abbraccio


Un uomo deve essere morto molte volte e aver pianto molte lacrime per aver dipinto un ritratto di Dio in tale umiltà.

Henri J. M. Nouwen

mercoledì 8 giugno 2011

Per amare la vita bisogna tradire le aspettative



Le cento città

Ognuno ha le sue prigioni , mentali, fisiche
Ognuno ci convive
Ma quando le pareti cominciano a restringersi, le facce diventano anonime
Quando lo specchio comincia a darti del tu
Quando i marciapiedi ti provocano vertigini e la strada sembra il tuo tappeto rosso
Metti insieme il tuo bagaglio
Riempilo di ricordi, speranze, parole, storie vissute e storie da vivere
Riempilo di emozioni, musiche, liti, illusioni d’epoca, domande e risposte
Trovati un amico e comincia la condivisione, l’esplorazione
Vai a caso,lascia le tue lacrime sul cuscino, incontrati con la vita, scontrati con il dolore ruba l’amore
Non avere una meta ma cento, prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio
Pensa a Polifemo e alla sua solitudine e rispetta la solitudine altrui
Gira intorno al mondo
Non girare con lui
Affrancati da te stesso e dall’attesa
Per amare la vita bisogna tradire le aspettative
Guardati intorno e guardati da chi si professa libero
Il sapore della libertà è la paura
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.

Vincenzo Costantino Chinaski (letto da Vinicio Capossela)

domenica 8 maggio 2011

Audaci e folli

Grazie ad un'amica...audace!

"Non potete vivere protetti senza mai esporvi ed essere allo stesso tempo degli avventurieri della spiritualità. Siate audaci. Siate folli alla vostra maniera, folli di quella follia che è tale agli occhi degli uomini ma è saggezza agli occhi di Dio. Sappiate correre dei rischi, cercate, cercate ancora, cercate ovunque, cercate in tutti i modi, non lasciatevi sfuggire alcuna occasione, alcuna possibilità che il destino vi offre, e non siate spilorci e meschini nel tirare sul prezzo."

Arnaud Desjardins

giovedì 28 aprile 2011

Amati

"Tu dimentichi d'essere stato fatto e ammiri solo le cose che fai"

S. Agostino

sabato 23 aprile 2011

Senza copione

Chiunque preferisca gli umili agli infallibili sarà rimasto colpito dal dialogo televisivo fra il Papa e la bimba giapponese che gli chiedeva conto del terremoto. «Perché i bambini devono avere tanta tristezza?», domandava la piccola, dando fiato a un tarlo che non trova risposte nella ragione, ma solo in quella che le Chiese chiamano fede e gli psicanalisti junghiani intuizione. Il Papa avrebbe potuto rispondere come quel cattolico saputello e fanatico del Cnr, che a proposito dello tsunami aveva tirato in ballo il castigo di Dio. Invece se n’è uscito con un’ammissione di impotenza dotata di straordinaria potenza: «Non abbiamo le risposte.Però un giorno potremo capire tutto». Per il niente che vale, la penso (anzi, la sento) come lui. Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.
Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma
appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.

Massimo Gramellini (il "Buongiorno" su "La Stampa" del 23 aprile 2011)

domenica 9 gennaio 2011

Conosco delle barche

Conosco delle barche che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.

Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.

Jaques Brel

domenica 2 gennaio 2011

In principio...

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio
:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

Gv (1,1-18)