giovedì 21 giugno 2007

L'ospedale

"Ho l'impressione, Nonna Rosa, che abbiano inventato un ospedale diverso da quello che esiste veramente. Fanno come se si venisse all'ospedale solo per guarire. Mentre ci si viene anche per morire."
Oscar

(
da "Oscar et la dame rose"
di Eric Emmanuel Schmitt)

lunedì 11 giugno 2007

Cominciò in Galilea

Comprendevo soltanto adesso veramente ciò che era successo negli ultimi due anni, a me e agli altri. Eravamo andati dietro a lui, quasi insensatamente: c'era il lavoro, c'era la famiglia, gli affetti, gli impegni, le incombenze... Tutto lasciato cadere d'improvviso, come il contadino che abbandona l'aratro a mezzo il campo e si allontana senza un perché. Vivevamo nel provvisorio, giorno dopo giorno, alla luce delle sue parole, del suo insegnamento, di cui non potevamo più fare a meno, forse in attesa di vedere cosa sarebbe successo il giorno dopo, come sarebbe finita la nostra avventura. Così fu per me, almeno, per tutto il primo anno che vissi con lui. Poi, a mano a mano, non furono solo più le sue parole, le sue promesse, neppure i prodigi che egli compiva, ma proprio la sua persona a diventarmi indispensabile, come l'aria per chi non vuole morire soffocato. Ecco, Gesù era diventato l'aria della mia anima. E allora cominciai a pensare che non fosse una fase della mia vita quella che stavo vivendo accanto a lui, ma la mia vita tutta intera, e che il resto, il prima, fosse stato soltanto una preparazione

dal libro "Cominciò in Galilea"
di Stefano Jacomuzzi

venerdì 8 giugno 2007

A Massimo Troisi



Non so cosa teneva "dint'a capa",
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!"
era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m'ha mai parlato della pizza,
e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell'amato San Gennaro

Roberto Benigni

domenica 3 giugno 2007

Il teatro del mondo che gira



"Al Giumeili bello, trovami questa glicerina, dai! Lo so che lo sai... se non me la trovi, quella muore proprio, muore! Se muore lei... per me, tutta questa messinscena del mondo che gira, che... possono pure smontare e portare via... possono schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo... caricarlo su un camion col rimorchio, possono spengere questa luce bellissima del sole, che mi piace tanto...
Lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto...
Possono portar via tutto...questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le sette del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine... le zucchine...
Al Giumeili, trovami questa glicerina, trovamela!"


Roberto Benigni
(da "La tigre e la neve")

sabato 2 giugno 2007

Il poeta

Ci sarà nel mondo uno che di mestiere trova le parole giuste, che le sa mettere in un modo che quando batte il cuore a lui, fa battere il cuore pure a quell'altro? Quel giorno decisi di fare il poeta.

Roberto Benigni
(in "La tigre e la neve")