lunedì 19 novembre 2007

Leshina

"L'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. E' un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. E' solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l'Africa non esiste."

In Zambia viveva una donna di cognome Leshina. Aveva circa quarant'anni. Commerciava per le strade della cittadina di Serenge e non si distingueva per nulla di particolare. Erano ancora gli anni sessanta e in tutte le parti del mondo si trovavano grammofoni a manovella. Anche Leshina ne possedeva uno, insieme a un disco completamente consumato dall'uso. Il disco conteneva il famoso discorso di Churchill del 1940 dove il ministro esortava gli inglesi alle rinunce e ai sacrifici della guerra. La donna piazzava il grammofono nel suo cortiletto e girava la manovella. Dalla tromba metallica dipinta di verde usciva un fruscio, un gorgoglio roco, basso, alonato dove risuonava l'eco di una voce patetica ma incomprensibile e ormai priva di senso. Al popolino che si radunava e che con il tempo diventava sempre più numeroso, Leshina spiegava che quella era la voce di Dio, che la nominava sua messaggera, esigendo obbedienza assoluta. La gente cominciò ad affluire in massa da Leshina. I suoi fedeli, perlopiù poveracci senza un soldo, con uno sforzo sovrumano, costruirono una chiesa nella boscaglia e cominciarono a recarvisi a pregare. Il vocione roco di Churchill che apriva tutte le funzioni li mandava in estasi, in trance. Ma i capi di stato africani si vergognavano di queste manifestazioni religiose e il presidente Kenneth Kaunda mandò contro Leshina dei militari, che assassinarono sul luogo del culto alcune centinaia di innocenti e distrussero la chiesa d'argilla con i carri armati.

(Da "Ebano" - Ryszard Kapuściński)

Nessun commento: