martedì 18 agosto 2009

Bread making...

Come promesso, vi racconto qualcosa della preparazione del pane qui a Fontem.

Si prepara due volte alla settimana (27 kg circa per volta) ed è un lavoro che permette di coprire una parte delle spese qui.


Il fuoco è la prima cosa che si prepara e poi si carica farina, acqua, sale e lievito nell’impastatrice. Quando la pasta e pronta parte la catena di montaggio: uno pesa i pezzi di pasta e gli altri afferrano al volo, preparando le forme da far lievitare. Nel frattempo arrivano altri ragazzi e la faccenda si fa più partecipata.

Nelle pause, tra una lievitazione e l’altra, il gioco della dama (che è mooolto diverso dal nostro!) la fa da padrone ed è incredibile vedere che capacità hanno alcuni di loro di giocare così bene.



Quando le forme di pasta sono lievitate (non chiedetemi dopo quanto tempo, non l’ho ancora capito... quando lo chiedo mi guardano con pietà e dicono “Dipende...devi vedere tu!”) si incominciano a dare gli sberloni sul tavolo per preparare i filoni di pane da mettere nelle teglie. Lì è la parte più divertente dove, in un certo senso, puoi scaricare tutta la tensione dei giorni precedenti (ammesso che ci sia... cosa molto rara). Poi di nuovo a riposare la pasta prima di infornare (come sopra... ad libitum).



Il controllo della temperatura del forno è interessante: essendo rotto il termometro, si va sull’empirico spinto. Metti un foglio di carta dentro e quando questo imbrunisce in un minuto puoi infornare (la precisione spacca il grado Celsius!).

Appena tolto dal forno il pane si cosparge la crosta di olio e dopo cena si imbusta, pronto per essere consegnato la mattina dopo, alla fine della messa.


Non vi dico la soddisfazione...



Paolo

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