Mi sono dunque reso conto che non è lecito dire «mio»
a ciò che è tuo.
Ho paura della parola «MIO» sebbene ami,
nello stesso tempo,
ciò che in essa è racchiuso.
Ho sempre paura, però, perché questa parola
mi mette sempre di fronte a te.
L'analisi della parola «mio» mi porta sempre a Te.
(da "Raggi di paternità" di K. Wojtyla)
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